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DIECI DOMANDE AL MINISTRO DELLA SALUTE

1) Iter transattivo di cui alle leggi 222 e 244 del dicembre 2007 per i danneggiati (che contrassero aids e/o epatite) da emoderivati e trasfusioni infette.
Un alto dirigente del Suo Dicastero all’epoca la definì “la più grande transazione della storia della Repubblica Italiana”.
In realtà poi fu lo stesso Ministero della Salute a introdurre requisiti e condizioni (non previsti nelle leggi istitutive) che resero impossibile l’accesso alla transazione alla stragrande maggioranza dei richiedenti, come testimoniato dalle migliaia di provvedimenti di rigetto e/o di preavviso di rigetto.
Ad oltre 11 anni da quella che fu definita “la più grande transazione della storia della Repubblica Italiana” Le chiedo: ad oggi quanti danneggiati hanno sottoscritto col Suo Ministero una transazione di cui a questo iter? E quanti, fra loro, sono stati pagati?

2) Equa riparazione di cui alla legge 114 dell’ 11 agosto 2014 per i danneggiati (che contrassero aids e/o epatite) da emoderivati e trasfusioni infette.
Come Lei sa, su richiesta e sollecitazione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, il Governo e il Parlamento Italiani emanarono in tutta fretta nell’estate del 2014 un decreto legge, poi convertito in legge, che riconosceva un’ “equa riparazione” (termine mutuato dalla terminologia europea) ai danneggiati (che contrassero aids e/o epatite) da emoderivati e trasfusioni infette e che avevano fatto domanda di accesso all’iter transattivo di cui sopra.
Una “transazione della transazione” come fu definita. Importo uguale per tutti, 100 mila euro: decisione iniqua, perchè metteva sullo stesso piano posizioni molto diverse tra loro e cioè danneggiati con la doppia patologia (aids ed epatite), danneggiati gravi e meno gravi, eredi di danneggiati deceduti.
Ma almeno non poneva quelle condizioni restrittive che erano state apposte all’iter transattivo. Migliaia di danneggiati hanno aderito.
Il Ministero avrebbe dovuto completare l’iter entro il 31 dicembre 2017: in prossimità di tale scadenza il Suo Dicastero chiese un nuovo termine, 31 dicembre 2018, assicurando che ciò sarebbe stato sicuramente sufficiente per completare l’iter.
In realtà al 31.12.2018 l’iter in questione non si è concluso e diverse centinaia di persone non sono ancora state pagate.
Chiedo: quanti danneggiati devono ancora essere pagati? Ed entro quale data il Suo Dicastero si impegna a pagarli?

3) Estensione dell’equa riparazione di cui alla legge 114 dell’11 agosto 2014 per i danneggiati (che contrassero aids e/o epatite) da emoderivati e trasfusioni infette.
Nel Suo atto di indirizzo per l’anno 2019 del 27.09.2018 Lei scrive:
“È, altresì, auspicabile l’estensione della procedura dell’equa riparazione … si potrebbe ipotizzare una estensione di una analoga soluzione anche per i contenziosi instaurati dopo il 1/1/2008”.
Era questa una proposta delle associazioni e di molti avvocati, che potrebbe rappresentare quella soluzione minimale alla richiesta di giustizia di tanti danneggiati ad oggi esclusi da ogni risarcimento.
Si potrebbe iniziare, come primopasso, estendendo l’equa riparazione a coloro che fecero nei termini (19 gennaio 2010) domanda di adesione alla procedura transattiva (leggi 222 e 244 del 2007), avendo però iniziato una causa dopo il 1° gennaio 2008, cioè negli anni 2008 e 2009: sarebbe particolarmente semplice perché il Ministero ne conosce il numero (300 posizioni circa), l’identità ed è già in possesso di tutta la documentazione.
Chiedo: come intende procedere (tempi, destinatari, importi) sulla via di tale auspicata estensione?

4) Indennizzo legge 210 del 1992 per i danneggiati (che contrassero aids e/o epatite) da emoderivati e trasfusioni infette.
Migliaia di beneficiari di tale indennizzo non hanno percepito gli “arretrati” della rivalutazione perché sono migliaia le sentenze, passate in giudicato e quindi definitive, che il Suo Dicastero ad oggi non ha ottemperato.
C’è chi dice siano 5 o 6 mila, recentemente è stato indicato il numero di 4 mila.
La situazione è molto grave, perché ci sono beneficiari anziani, malati, e non è raro che qualcuno muoia senza aver ricevuto quanto di sua spettanza: ed è grave perché sono sentenze di diversi anni fa, del 2013, del 2014 e successivi.
Chiedo: quante sentenze definitive il Suo Ministero deve ancora ottemperare?
I Suoi Uffici hanno predisposto un piano al riguardo?
Con quali tempi? Sono state fornite loro le risorse necessarie, umane e finanziarie?

5) Indennizzo legge 210 del 1992 per i danneggiati (che contrassero aids e/o epatite) da emoderivati e trasfusioni infette.
Nel Suo atto d’indirizzo per l’anno 2019 del 27.09.2018 Lei scrive: “In ordine alla gestione degli indennizzi e risarcimento danni da emotrasfusioni di sangue infetto e vaccini obbligatori si lavorerà a una revisione della legge 210/1992 e della legge 229/2005 relativa agli indennizzi…”.
Esprimiamo forte preoccupazione per l’intenzione di addivenire a una revisione della legge 210/92: ciò non è possibile da un punto di vista giuridico, in quanto tale indennizzo è stato riconosciuto con durata a vita, talvolta anche da sentenze passate in giudicato.
Trattasi di persone che, anche se con le cure più moderne hanno ricavato dei benefici in termini di salute, hanno comunque subito gravi danni non solo fisici, ma anche psicologici: hanno già avuto la vita “rovinata”.
L’aver contratto l’epatite, infatti, ha già “ipotecato” tutta la vita di queste persone.
In incontri parlamentari e contatti informali abbiamo avuto rassicurazioni circa il fatto che non si procederà a una revisione della legge, e che tale atto sarebbe da interpretarsi come un “riepilogo” delle richieste delle Direzioni Generali del Ministero, ma a questo punto è importante che Lei chiarisca il Suo pensiero.
Chiedo: quali sono le Sue reali intenzioni al riguardo?
Quali impegni intende prendere verso la comunità dei danneggiati da sangue infetto?

6) Indennizzo legge 244 del dicembre 2007 per i danneggiati dai farmaci contenenti il principio attivo talidomide, commercializzato negli anni ‘50 e ‘60, che ha provocato la nascita, nel mondo, di migliaia di persone con forti “mutilazioni”, spesso senza gambe e/o braccia.
Decine di sentenze di tanti tribunali d’Italia, di tutte le Corti d’Appello che si sono pronunciate e, da ultimo a novembre 2018, della Suprema Corte di Cassazione, hanno stabilito che il Suo Dicastero corrispondeva e corrisponde un indennizzo calcolato erroneamente.
A una sessantina di beneficiari, peraltro solo dopo l’intervento dei Tribunali Amministrativi Regionali in sede di ottemperanza, il Suo Ministero ha corrisposto gli “arretrati” (peraltro in molti casi solo per un periodo limitato), ma a nessuno ha adeguato l’assegno mensile secondo il corretto metodo di calcolo, neppure in presenza di sentenze definitive e di “ordini” dei TAR.
Chiedo: almeno a chi ha ottenuto una sentenza definitiva il Suo Dicastero entro quale data si impegna a pagare gli “arretrati” (tutti) e ad adeguare l’assegno?

7) Indennizzo legge 244 del dicembre 2007 e legge 160 del 7 agosto 2016 per i danneggiati dai farmaci contenenti il principio attivo talidomide.
Con la citata legge 160 la possibilità di ricevere tale indennizzo è stata estesa anche ai nati prima del 1959 e dopo il 1965.
Ai pochi danneggiati da talidomide nati nel 1957 (ci risulta non siano oltre 20) il Suo Ministero respinge le domande, in quanto le giudica inammissibili, citando la data di commercializzazione di un farmaco a base di talidomide avvenuta nel 1958.
Ma i farmaci a base di talidomide erano molti, e il talidomide fu brevettato nel 1954 in Germania. Ed inoltre l’indennizzo in questione prescinde da profili di responsabilità dello Stato Italiano e quindi non sarebbe comunque fondata la motivazione che finchè non è stato autorizzato in Italia l’indennizzo non è dovuto.
Tali rigetti sono quindi in contrasto con la citata legge e negano agli interessati il diritto a “essere sottoposti al giudizio sanitario”.
Chiedo: che cosa intende fare per porre termine a tale situazione?

8) Indennizzo legge 244 del dicembre 2007 per i danneggiati dai farmaci contenenti il principio attivo talidomide.
Il Suo Ministero ha assunto una linea estremamente penalizzante nei confronti dei danneggiati “monolaterali”, sull’assunto che le loro malformazioni non sarebbero state causate dal talidomide.
Tale presupposto nel mondo scientifico è discusso e sono diversi e autorevoli i pareri contrari. Siamo poi arrivati a una situazione assurda: in presenza di responsi positivi (circa il nesso causale) da parte delle Commissioni Mediche Ospedaliere incaricate, il Suo Ministero ne sollecita il riesame non una, ma anche due volte.
Da notare che tale “linea” del Suo Dicastero è recente: sono infatti molti i danneggiati “monolaterali” a cui fu riconosciuto l’indennizzo dal Ministero della Salute negli anni scorsi.
E pertanto chiedo: di fronte a una problematica scientificamente controversa perchè il Suo Dicastero ha scelto un atteggiamento restrittivo?
Trattandosi peraltro di poche decine di persone e con gravi malformazioni?
Non dovrebbe comunque prevalere l’aspetto solidaristico e assistenziale tipico di un indennizzo come quello de quo?

9) Risarcimenti per i danneggiati da talidomide.
Perchè il Suo Dicastero non si fa parte attiva nei confronti delle Aziende farmaceutiche che distribuirono il talidomide in Italia e nei confronti dell’azienda tedesca che lo produsse per chiedere un risarcimento per le vittime italiane del talidomide?
Specie ora che, data l’età, hanno bisogno di più assistenza e aiuti (costose protesi, etc.).
Trattasi di qualche centinaio di persone: numeri “gestibili”.
Il Parlamento Europeo ha già emanato una risoluzione in tal senso.
Il Ministero della Salute ha fatto la sua parte (mi riferisco all’indennizzo di cui ai punti precedenti), ma non basta.
Piuttosto che chiamare il suo Dicastero a risponderne anche sotto un profilo risarcitorio (per i mancati controlli dell’epoca), non sarebbe più giusto chiedere alle aziende farmaceutiche di fare la loro parte?

10) Trasparenza e informazione.
Un’ultima domanda: non sarebbe auspicabile una maggior trasparenza da parte del Suo Dicastero sui procedimenti che riguardano le questioni di cui sopra?
Con aggiornamenti periodici sul sito istituzionale del Ministero? Con numeri, tempistiche e lo stato dei vari procedimenti?

Avv. Marco Calandrino
del Foro di Bologna

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