articoli aspetti legali

EQUA RIPARAZIONE,
ITER TRANSATTIVO,
INDENNIZZO LEGGE 210, SENTENZE

Equa riparazione ( art.27 bis, legge n. 114-2014) e iter transattivo (leggi 222 e 244 del 2007)

GENNAIO 2017
Vorremmo che il 2017 fosse l’anno decisivo, conclusivo: a chi accetta i 100 mila euro deve essere pagato tale importo entro il 31 dicembre 2017 (lo prevede la legge).
Chi invece non lo avesse ancora accettato deve comunque ricevere una motivata risposta alla domanda di accesso alla transazione e, in caso di ammissione, deve essere pure pagato.
Chiediamo un’applicazione inclusiva dell’equa riparazione, che deve essere offerta anche agli eredi iure proprio e a coloro che fecero domanda di accesso alla transazione nel termine del 19 gennaio 2010, pur non avendo una causa pendente al 1° gennaio 2008.

DICEMBRE 2017
Il Ministero della Salute non riesce a concludere l’iter dell’equa riparazione entro il 31 dicembre: ci sono persone che hanno accettato, inviando i moduli compilati e firmati, più di un anno fa (novembre 2016), e che devono ancora ricevere i soldi.
Non abbiamo poi notizia di sviluppi concreti dell’iter transattivo.
Infine deve ancora essere presa una decisione definitiva sulle posizioni dei pochissimi eredi iure proprio e di chi iniziò la causa dopo il 1° gennaio 2008; si è “sbloccata”, invece, la posizione di coloro che ebbero il riconoscimento dell’ascrivibilità (legge 210/92) successivamente al 19.01.2010, ma con effetto retroattivo rispetto a tale data.

Indennizzo legge 210/92

GENNAIO 2017
Deve essere completato il pagamento degli “arretrati” della rivalutazione, sollecitando quelle regioni che sono in forte ritardo.

DICEMBRE 2017
Moltissimi beneficiari dell’indennizzo legge 210/92 devono ancora ricevere in tutto o in parte gli “arretrati” della rivalutazione.

Sentenze

GENNAIO 2017
Il Ministero della Salute deve pensare a un piano straordinario per “smaltire” l’arretrato di migliaia e migliaia di sentenze ad oggi non ottemperate, in materia di indennizzo legge 210/92 e in materia di risarcimento danni.
Evitando così anche i conseguenti giudizi di ottemperanza ai TAR che, tra l’altro, comportano ulteriori spese per le casse dello Stato.
Non è ammissibile, non è accettabile, che in un Paese di diritto gli stessi organi dello Stato (in questo caso il Ministero della Salute) non siano in grado di rispettare e adempiere a sentenze esecutive passate in giudicato (quindi definitive).

DICEMBRE 2017
Il problema è ben lungi dall’essere risolto: ci sono ancora circa 6000 sentenze in materia di rivalutazione indennizzo, riconoscimento indennizzo e risarcimento, passate in giudicato e quindi definitive, che il Ministero della Salute non ha eseguito.
Risalenti all’anno 2013 e successivi.
Ribadiamo: in un Paese che vuole essere uno Stato di diritto è necessario che il Governo sia il primo a rispettare le leggi e le decisioni giudiziarie che lo riguardano.


Il processo di Napoli
Processo a carico di esponenti della sanità e delle aziende farmaceutiche per la morte di tanti emofilici a causa di emoderivati (farmaci “salvavita”) che erano infetti (aids e/o epatite): ci aspettiamo risposte, perchè sia fatta luce su una delle pagine più oscure della sanità del nostro Paese.
Ci aspettiamo verità, prima ancora che giustizia.
Dopo un anno, col processo ancora in corso, non possiamo che ripetere quanto avevamo scritto a gennaio.

Informazione
Ripetiamo ora le stesse parole scritte a gennaio 2017, rimaste “lettera morta”: invochiamo informazione e trasparenza!
Non esiste che quel poco che si sa, e ogni tanto, sia grazie a qualche associazione che insiste nel chiedere, o a qualche parlamentare che presenta un’interrogazione al riguardo.
Chiediamo che il Ministero della Salute fornisca aggiornamenti periodici, ogni 3 mesi, sul suo sito istituzionale, sulle questioni sopra citate, fornisca “numeri”, tempistiche, spiegazioni.
Chiediamo che il Ministero della Salute organizzi, almeno una volta all’anno, un incontro con le associazioni e coi legali per fare il punto della situazione, rispondere a domande, raccogliere indicazioni.

Avv. Marco Calandrino
del Foro di Bologna

Tag: