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IL PRIMO PASSO VERSO UN NUOVO INIZIO

Il progetto “E-MuOviti!”, insieme a voi, ha iniziato a muovere i primi passi.
Il Comitato Giovani di FedEmo desidera quindi ringraziarvi per la partecipazione ai webinar del 20 novembre e del 4 dicembre 2020.
Siamo consapevoli di essere solamente all’inizio di un percorso emozionante e ricco di sfide.
La nostra speranza é che questi incontri possano rappresentare un’occasione per metterci in discussione, per riflettere su una strategia comune e sulle prossime azioni a sostegno di tutta la comunità.
Abbiamo ancora bisogno di voi!
Il vostro aiuto sarà prezioso per definire le prossime tappe. Presto riceverete il link ad un questionario online su bisogni ed aspettative per il futuro. Sarà la base comune per E-MuOverci insieme.
Troverete ulteriori informazioni ed aggiornamenti riguardanti il progetto sul sito FedEmo e sulle pagine social “FedEmo Giovani”.

Il Comitato Giovani di FedEmo


Il 20 Novembre ed il 4 Dicembre si sono tenuti i due webinar che hanno dato avvio al progetto E-muoviti, promosso e organizzato dal Comitato Giovani di Fedemo con il supporto dell’ormai imprescindibile Sergio Cabigiosu.
Gli incontri hanno visto la partecipazione di più di 80 membri di associazioni distribuite su tutto il territorio italiano.
Se purtroppo non rientri tra questi 80 fortunati, caro lettore, allora non puoi assolutamente evitare di addentrarti in queste poche righe di racconto delle serate.
Buona lettura!

COSA E’ SUCCESSO AL PATIENT ENGAGEMENT
In amore e in guerra tutto è concesso. E nel Patient Engagement?
Con questa massima, riproposta dal sottoscritto, potremmo riassumere la provocazione lanciata da Adriano Arati alla base del nostro primo intervento.
Arati, giornalista ed esperto in comunicazione, nonché stretto collaboratore del CSV Emilia e da anni vicino a realtà associative del terzo settore, decide di stimolare la platea domandando se “la classica dicotomia tra sanità e serietà” sia ancora oggi efficace nel mondo della comunicazione.
Portando come esempio campagne pubblicitarie di note aziende, tra le quali McDonald’s e Durex, Adriano mostra come sempre più spesso l’efficacia comunicativa sia frutto di campagne provocatorie e ironiche.
Ovviamente non sarebbe corretto, tantomeno utile, paragonare la vendita di un hamburger a quelli che sono i nostri scopi.
Tuttavia è lecito chiedersi fino a che punto serietà, rigore ed etica vadano anteposti all’efficacia comunicativa.
Una risposta può esserci fornita da Emergency, realtà sicuramente più vicina al mondo dell’emofilia e del terzo settore in generale, che accompagna ad una comunicazione seria e istituzionale in ambito informativo, una più provocatoria e a forte impatto morale per quanto riguarda il people raising.
Emergency è senza dubbio un ottimo esempio nel mostrare come il lato etico della propria missione possa essere coadiuvato da un aspetto più provocatorio, che stimoli una reazione nello spettatore al fine di raggiungere il proprio scopo.
In conclusione è giusto che ognuno di noi, cari lettori, si chieda dove sia opportuno porre l’invalicabile linea rossa tra serietà e ironia, tra rigore ed efficacia comunicativa, affinché i nostri “utopici obiettivi” diventino conseguibili.

“La libertà è partecipazione (e comunicazione)”
Perdonatemi se mi sono permesso di scomodare (e parafrasare) Giorgio Gaber, ma vi assicuro che non è stato fatto esclusivamente per meri scopi editoriali. Ritengo che le parole del Maestro siano perfette per riassumere il messaggio lanciato dalla nostra seconda relatrice, Anna Donegà.

La dottoressa Donegà, membro dell’ufficio stampa e comunicazione del Csv di Padova, ci ha illuminato su come stabilire una comunicazione efficace con i propri associati. Una comunicazione che quindi si rivolge principalmente ai soci interni, ma di cui non bisogna sottovalutare i risvolti verso l’esterno.
Tre sono i principi fondamentali alla base di una buona comunicazione interna e che rappresentano probabilmente le colonne portanti del mondo del volontariato: senso di appartenenza, protagonismo e partecipazione. Da tali elementi traspare un concetto che forse tendiamo spesso a sottovalutare, ovvero l’importanza di coinvolgere, coccolare e far sentire unico ogni nostro associato, affinché questo possa essere consapevolmente appagato e volenteroso di far parte di qualcosa di importante, riflettendo, di conseguenza, un’immagine positiva all’esterno del proprio ruolo e del mondo dell’associazionismo.
D’altra parte senza associati non esisterebbero le associazioni. Semplice.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo… il fare!
Siamo ormai agli sgoccioli del nostro incontro, ma c’è tempo ancora per un ultimo relatore.
Ad Alessandro Marchello, Presidente di A.C.E Milano e figura nota nel mondo dell’emofilia, l’onore e onere di chiudere la serata in bellezza raccontando al pubblico virtuale come si realizza un progetto di successo.
Marchello accompagna alle sue invidiabili capacità oratorie una “best practice” tutta italiana, il progetto “F.O.R.T.E”.
Attraverso la presentazione della nascita e dello sviluppo di uno dei progetti senza dubbio più di successo degli ultimi anni nel mondo dell’emofilia, Marchello espone quelli che sono gli aspetti fondamentali per la riuscita di un buon progetto: idee, obiettivi, tempistiche, costi…
In particolare sono due i punti cardine sui quali si concentra Alessandro: la volontà di realizzare qualcosa per gli altri e l’importanza di ascoltare.
La prima deve essere necessariamente abbastanza forte da permetterci di non mollare alle prime difficoltà, ma anzi, di sfruttare i periodi difficili per mettere ancora più entusiasmo e determinazione in ciò che stiamo realizzando.
Con “ascolto” intendiamo invece non solo la capacità di condividere idee e comunicare con i nostri compagni di avventura, ma significa soprattutto prestare orecchio a coloro che vogliamo aiutare, i principali destinatari del nostro progetto. Ascoltare i loro bisogni, paure, necessità è essenziale: solo in questo modo possiamo capire se la direzione verso cui ci stiamo muovendo è quella giusta e se e quanto il nostro progetto sarà di successo.

Cari lettori, se siete giunti fin qui, vi ringrazio.
Mi auguro di essere riuscito, in poche righe, a riassumere quello che spero sia solo l’inizio di un percorso nuovo e stimolante, che permetterà a tutta la comunità di (E)muoversi ancora più unita e compatta verso le sfide che ci attenderanno.
Vi lascio con una frase di Haruki Murakami, autore di “L’arte di correre”, regalataci da Alessandro al termine del suo intervento che abbiamo usato nell’apertura del servizio
A presto!

Lorenzo Ghirardi

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