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INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SU INFEZIONI E INDENNIZZO

Il 19 marzo, nella seduta n. 99 del Senato è stata presentata una interrogazione parlamentare al Ministero della Salute firmata da 23 senatori con a capo la senatrice Boldrini nella quale si parla dell’infezione da virus dell’epatite C (HCV) che ha rappresentato un problema di salute pubblica non solo per l’elevato numero di soggetti infetti ma anche per il fatto che l’infezione cronica si è associata ad un aumento di mortalità sia per cause epatiche che per cause extraepatiche.
Il documento presentato fa riferimento alla terapia antivirale attualmente concessa agli infettati l’obiettivo della quale è quello di prevenire le complicazioni correlate alla malattia del fegato e aumentare la sopravvivenza del soggetto infetto e l’eradicazione del virus è la condizione indispensabile al raggiungimento di tale obiettivo.
In base a queste risultanze il Ministero della salute avrebbe previsto, nell’atto di indirizzo per l’anno 2019, la revisione delle leggi n. 210 del 1992 e n. 229 del 2005 relative agli indennizzi per danni cagionati alle persone da emotrasfusioni infette o da vaccini obbligatori, “in quanto il modificarsi delle conoscenze scientifiche e gli orientamenti giurisprudenziali in materia di danni da emotrasfusioni infette e da vaccini obbligatori rende consigliabile una revisione generale della normativa del settore.
In particolare, appare urgente considerare l’attualità dei requisiti sulla cui base sono stati riconosciuti i benefici di legge.
Infatti, la messa a disposizione da parte del Ministero a carico della fiscalità generale di nuovi farmaci curativi dell’epatite C, consentendo la guarigione dei soggetti, supera il presupposto della permanenza della menomazione che costituisce il requisito fondamentale del riconoscimento dell’indennizzo.
Parimenti, l’evoluzione della farmacologia ha consentito anche la cura di patologie connesse alla vaccinazione”.
Ilo documento presentato dal gruppo di senatori ricorda che la grande maggioranza dei danneggiati sta aspettando da 15 anni il risarcimento del danno biologico, attraverso infinite cause legali e tentativi del Ministero di ridurre la popolazione da risarcire.
Ricorda inoltre che i danni epatici subiti dal contagio sono danni biologici permanenti che non si cancellano con l’eliminazione del virus.

UN GRAVISSIMO ERRORE UMANO E POLITICO
Rivedere quindi la normativa vigente, che prevede un indennizzo per coloro che hanno subito danni causati da emotrasfusioni di sangue infetto, sarebbe a parere degli interroganti un grave errore umano e politico e rischierebbe di riaprire una delle pagine più vergognose dello Stato italiano.
Il documento prosegue poi testualmente:
“Asserire che grazie al progresso scientifico ed ai nuovi farmaci si possa giungere alla guarigione è a giudizio degli interroganti un vergognoso ed inaccettabile tentativo di fare cassa sulla pelle dei malati, sopravvissuti a quella che può essere a tutti gli effetti definita una strage di Stato.
Inoltre non c’è nel merito nessun riscontro da parte della comunità scientifica;
è alquanto arduo sostenere che i pazienti, rimasti in vita dopo aver contratto virus quali HIV e HCV, sopportando cure gravose e subendo gravi danni, anche, alla vita di relazione (si pensi all’ambito della procreazione) e nonostante l’utilizzo solo in tempi recenti per quanto riguarda l’HCV di farmaci capaci di eradicare il virus, siano guariti;
l’eradicazione del virus dell’HCV elimina unicamente la causa che nei pazienti ha provocato per anni gravi danni epatici, che spesso hanno avuto un’evoluzione cirrotica, ma non rimuove certamente i danni medesimi;
tentare di sottoporre i pazienti ad eventuali ulteriori indagini di commissioni mediche appare profondamente ingiusto ed antigiuridico, anche in considerazione del fatto che la normativa vigente prevede già criteri molto stringenti per accedere a quello che si configura come un ristoro minimo se commisurato ai gravissimi danni subiti ed all’alto rischio di sviluppare patologie neoplastiche, anche dopo l’eradicazione del virus;
sempre nelle linee guida dell’atto di indirizzo per l’anno 2019 si parla di auspicabile estensione delle procedure dell’equa riparazione.
Purtroppo ad oggi ancora molti pazienti aventi diritto non hanno ricevuto il pagamento spettante;
i ritardi nell’erogazione dei risarcimenti spettanti sono dovuti anche ad una carenza di personale amministrativo presso il Ministero che non permette l’esame, la lavorazione e l’evasione delle pratiche pendenti, si chiede di sapere:
quali siano le reali finalità dell’atto di indirizzo 2019 citato, in riferimento alla volontà di rivisitare un impianto di legge che sta funzionando, e quali saranno gli eventuali criteri alla base di un’eventuale modifica normativa;
se il Ministro in indirizzo non reputi doveroso prorogare il termine entro cui fare domanda nonché i pagamenti per l’equa riparazione per l’anno 2019;
se non ritenga urgente semplificare e velocizzare le procedure per i pagamenti dell’equa riparazione agli ancora aventi diritto ed in attesa di essere ristorati, nel corso dell’anno 2019 e se il capitolo di spesa relativo sia stato finanziato adeguatamente”.

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