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NESSUNA CRITICITA’ DEGLI ADOLESCENTI EMOFILICI IN TEMPO DI COVID

Un’intervista del dott. Pollio durante l’evento “I frutti dei nostri lavori: impegno e passione in ematologia”

Per approfondire il tema della gestione dell’adolescente emofilico in epoca COVID, il dott. Berardino Pollio del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale · Dipartimento di Diagnostica della Città della Salute e della Scienza di Torino ha rilasciato una intervista ad OMAR affermando innanzitutto che:
“Le difficoltà vissute dai ragazzi emofilici durante la pandemia sono le stesse dei loro coetanei ‘sani’”.
L’emofilia, come sappiamo, è una malattia ereditaria rara che comporta lo sviluppo di sanguinamenti, anche spontanei, in quanto legata a un problema di coagulazione del sangue.
Secondo i dati del Registro Nazionale Coagulopatie Congenite, in Italia sono circa 5.000 i pazienti affetti da emofilia, molti dei quali in età pediatrica e adolescenziale.
Il dott. Pollio ha trattato l’argomento in occasione dell’evento virtuale “I frutti dei nostri valori: impegno e passione in Ematologia”, promosso da Takeda Italia.

Dott. Pollio, durante la pandemia di COVID-19 quali difficoltà sono emerse nella gestione dell’adolescente emofilico?
“Per quanto riguarda la gestione terapeutica e, più in generale, la cura degli adolescenti affetti da emofilia, non abbiamo riscontrato particolari difficoltà. I centri per la cura dell’emofilia sono sempre stati attivi e i pazienti adolescenti si sono sempre mostrati collaborativi e responsabili, perché già a abituati a gestire in maniera del tutto autonoma le proprie problematiche di salute”.

Personalmente, dunque, non ha nessuna criticità da segnalare in relazione alla gestione dell’adolescente con emofilia in epoca COVID?
“Non ho notato alcuna criticità, al di là, ovviamente, di quelle che sono le problematiche che hanno riguardato tutti gli adolescenti. La chiusura in casa, la limitazione dei rapporti sociali, il venir meno delle giornate trascorse a scuola e della pratica sportiva hanno impattato moltissimo sulla salute psicofisica di tutti gli adolescenti, ma particolari ricadute sulla salute degli adolescenti con emofilia. Anzi, per certi versi, i ragazzi affetti da emofilia si sono sentiti più simili agli altri adolescenti: durante la pandemia è stato in qualche modo eliminato il gap esistente tra gli adolescenti emofilici e gli amici ‘sani’”.

Ci sono altri aspetti che possiamo mettere in rilievo pensando ai ragazzi emofilici durante l’emergenza COVID?
“In effetti sì: è emersa la loro grande capacità di non farsi fagocitare dalle numerose notizie legate alla pandemia. I ragazzi affetti da emofilia, così come molti altri adolescenti che devono fare i conti con una patologia cronica, sono da tempo abituati a documentarsi circa il proprio stato di salute. Sono così decisamente più abili, rispetto alla media dei coetanei, nel discernimento delle corrette informazioni scientifiche, e sono più avvezzi a far fronte in maniera matura al bombardamento mediatico. A mio parere, insomma, sono stati in grado di evitare di cadere vittima di pericolose fake news”.

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