articoli

RUBRICA PSICOLOGICA – LA SINTONIZZAZIONE AFFETTIVA MADRE-BAMBINO

Ottava puntata della rubrica psicologica.
La dottoressa Gagliardini parla dell’accettazione della malattia organica.
Nella presentazione della rubrica affermava che i temi affrontabili in questo campo sono molti: il corpo, la malattia, la genitorialità, il rapporto tra fratelli, la scolarità, la psicosomatica, il rapporto di coppia.
Questa volta affronta l’argomento del rapporto tra madre e figlio definendolo una sorta di “sintonizzazione”.
Attraverso alcune affermazioni dello psichiatra americano Stern, descrive vari modi di comportamento che portano poi alla “sintonizzazione affettiva e l’apertura di senso sull’esperienza è già un primo passo perché l’altro possa diventare individuo libero”.


Per descrivere il fenomeno della sintonizzazione che avvolge la relazione madre-bambino nei primi mesi di vita, mi riferirò prevalentemente a un testo scritto da D.N. Stern “Il mondo interpersonale del bambino” che si prefigge di descrivere il percorso evolutivo del Sé nel piccolo d’uomo.
Stern mette in luce l’importanza del primo legame madre-bambino come precursore dello sviluppo della capacità intersoggettiva cioè della possibilità di entrare in relazione con l’altro.
Stern evidenzia che lo stato affettivo “… permea la relazione intersoggettiva e ne costituisce un tratto caratteristico” (1987, p. 147).
La madre riesce a svolgere questo compito quando si pone come specchio per il bambino: ne imita i balbettii e i gesti, arricchendoli con la propria componente personale.
Come sottolinea l’autore non ci deve essere solo una mera imitazione del bambino perché “… da questa imitazione il bambino potrebbe dedurre soltanto che la madre ha notato le sue azioni e ha riprodotto i suoi comportamenti manifesti. Non ne consegue necessariamente che lei sia partecipe della sua esperienza interiore, che provi lo stesso stato d’animo che era stato all’origine del comportamento manifesto” (1987, p.146).
Questo significa che la madre si deve sintonizzare empaticamente con lo stato d’animo del figlio. Il comportamento materno va verso “… una nuova categoria comportamentale che definiamo sintonizzazione degli affetti” (1987, p.148).
Quello che distingue un’imitazione da una sintonizzazione è la comprensione materna dello stato affettivo del bambino. Quando il bambino riesce a cogliere che la madre aggiunge qualcosa in più nella comunicazione , allora accresce la potenzialità della dimensione intersoggettiva (Stern).
Io penso che questo fattore di sintonizzazione incida sulla possibilità di sentirsi accettati e accettare l’altro, aprendo le porte alla diversità espressiva come elemento arricchente nella relazione tra individui.
I rischi del mancato sviluppo di questa potenzialità si ritrovano nella determinazione di chiusure narcisistiche, fobiche, ecc.. che precludono la possibilità di aprirsi al mondo esterno in un gioco di equilibri tra investimento sul sé e investimento sull’altro.
La sintonizzazione può essere terreno fertile per la costruzione di funzioni più complesse come la capacità empatica, che è necessaria nella relazione per  sentire la partecipazione dell’altro e non la solitudine del rapporto. Inoltre permette di sentirsi contenuti dall’altro, evitando il dolore del tracollo emotivo che si prova quando gli argini che devono contenere l’affettività, non si sono formati.
Questi due piccoli esempi spiegano l’importanza del riconoscimento emotivo da parte della madre per lo sviluppo di successive funzioni determinanti nella crescita mentale del futuro adulto.
Un paziente diventa fobico (eccessiva paura per qualcosa che si cerca in seguito di evitare), borderline (ex. pazienti che si tagliano) o psicotico (deliri, allucinazioni) quando il mondo emotivo non ha trovato una giusta sintonizzazione nel rapporto con le figure di riferimento.
La scuola francese di psicosomatica ha messo in luce che l’assenza della funzione materna di  sintonizzazione emotiva, insieme  a una sua mancata elaborazione può creare un disturbo psicosomatico anche grave. Chiaramente niente è determinato da un unico fattore, ma penso che qualsiasi patologia, da quella meno grave a quella più grave abbia di base uno scollegamento di questa sintonizzazione, costringendo l’individuo a difendersi o espellere l’intollerabile.
Per questo Stern dice “Il motivo per cui i comportamenti di sintonizzazione sono così importanti come fenomeni a sé sta nel fatto che la vera imitazione non consente ai membri della coppia di risalire ai rispettivi stati interni, ma mantiene fissa l’attenzione sul comportamento manifesto.
I comportamenti di sintonizzazione, invece, riplasmano l’evento e spostano l’attenzione su ciò che sta dietro il comportamento, sulla qualità dello stato d’animo condiviso.
Per lo stesso motivo l’imitazione costituisce il miglior modo per indurre nel bambino l’apprendimento di aspetti esteriori, formali, e la sintonizzazione il modo migliore per comunicare stati interni o indicare la propria partecipazione.
L’imitazione comunica la forma, la sintonizzazione i sentimenti” (1987, p.151).
L’affettività deve trovare uno spazio di comprensione e ricezione nella mente materna per essere validata e confermata nella sua esistenza percettiva. Nello stesso momento deve legarsi alla parola che la nomina e ne costruisce il senso per poterlo interiorizzare come esperienza tollerabile.
Per questo è importante che il genitore riesca a osservare e comprendere il mondo affettivo del bambino come avente proprie caratteristiche senza inquinarlo troppo con i propri contenuti emotivi non elaborati.
Il rischio è un invasione nel bambino del narcisismo del genitore che a lungo andare crea un annullamento identitario con conseguenze sulla salute psichica del bambino.
La sintonizzazione affettiva e l’apertura di senso sull’esperienza è già un primo passo perché l’altro possa diventare individuo libero.
Libero di scegliere e crescere.

Anita Gagliardini
agagliardini@libero.it

Bibliografia
SternD.N. (1987), Il mondo interpersonale del bambino, Ed. Boringhieri

Tag: