storia
1988: FINALMENTE SUL MERCATO I PRODOTTI PIÙ SICURI

Il 1988 è l’anno in cui finalmente vengono registrati i prodotti emoderivati sicuri, trattati al calore. La lettera inviata al Presidente della Repubblica, della quale riprendiamo un riassunto, dimostra l’impegno rivolto alla soluzione del problema. Noteranno i nostri lettori che sembrerebbe scritta ai giorni nostri, in cui la situazione è diversa, ma comunque resa difficile dalle stesse problematiche.
Ravenna, 6 dicembre 1987

Signor Presidente,
Le invio questo scritto e la copia del nostro giornale EX con l’evidenza della gravità della situazione che sta coinvolgendo gli emofilici italiani, di cui siamo portavoce, penalizzati da una decisione del C.I.P. che impedisce a noi tutti, già profondamente e dolorosamente colpiti dal problema AIDS, di avere finalmente prodotti più sicuri.
Parlo a nome degli emofilici italiani che necessitano, ora più che mai, di prodotti che possano permettere loro di condurre una vita normale “fra gli altri come gli altri”.
Una decisione del C.I.P. colpisce ancora una volta proprio chi si aspettava una decisione che potesse dare una ulteriore speranza e serenità.
Noi stavamo uscendo da quel deposito che si chiama emarginazione, dolore, anche grazie a Case farmaceutiche che attraverso un lungo lavoro di ricerca ci permettevano di avere prodotti finalmente più sicuri.
Oggi con l’AIDS che miete vittime e che colpisce ancora più profondamente le coscienze, soprattutto di coloro che sieropositivi come me, aspettano prodotti più sicuri, di cui noi tutti abbiamo bisogno, oggi noi non abbiamo bisogno solo di parole di conforto ma soprattutto di certezze e questi prodotti ce le davano.
Il Suo alto intervento, il concederci questo incontro, potrà dimostrare che se si vuole sanare la bilancia dello Stato si possono e debbono colpire ben altre strutture e persone e non certo, come spesso avviene, chi ha bisogno, per vivere – specialmente se sieropositivo all’HIV – in questa società, di questi medicinali.

Il Direttore Responsabile
Vincenzo Russo Serdoz

L’editoriale di febbraio, a firma ancora di Vincenzo Russo Serdoz, conferma l’impegno e la determinazione dell’Associazione e del giornale a continuare il lavoro intrapreso. Il titolo e il testo (ne pubblichiamo soltanto alcuni passi salienti) ne sono una dimostrazione.

Fedeltà ad un impegno
Questo mio scritto non vuole essere un’esposizione di quanto fatto, per questo bastano gli anni che abbiamo dietro le spalle e ne è conferma l’entusiasmo che ancora ci anima, ma semplicemente vuole essere una riflessione del perché, nel tempo, abbiamo mantenuto “fedeltà” ad una scelta che è stata profondamente morale.
Abbiamo lottato, abbiamo avuto perdite dolorose ma abbiamo la consapevolezza che comunque valesse la pena di fare quello che abbiamo fatto.
L’Associazione ed il suo periodico hanno rappresentato, rappresentano (e rappresenteranno), per molti di noi, la “casa” intendendo questo termine nella sua interpretazione più bella: “La casa non è il posto dove viviamo, ma il luogo dove ci capiscono”. Ecco, con orgoglio, possiamo dire che “EX” e l’Associazione rappresentano, nel tempo, per tanti di noi la “casa” dove possono essere capiti, amati, aiutati, compresi e difesi.
Continua a marzo, sulla rubrica medica, l’informativa a firma del prof. Piergiorgio Mori, Direttore del Centro Emofilia del Gaslini di Genova, sull’argomento: AIDS ed Emofilia. Si parla della storia, della prevenzione e della terapia. Ecco una sintesi delle prime terapie:
Poco si conosce circa i fattori che favoriscono il passaggio da malattia asintomatica a malattia conclamata. Certamente l’esaurimento delle risorse immunologiche, costituito principalmente dalla lenta e progressiva diminuzione dei linfociti T4, ne è il dimostrato fattore determinante.
Premesso che esiste un notevole impegno di ricerca sia per quanto riguarda un eventuale vaccino che farmaci in grado di inattivare il virus, l’unica possibilità terapeutica disponibile oggi su larga scala e con discreta efficacia è costituita dall’AZT ZIDOVUDINA prodotta dalla Ditta Wellcome.